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DAVID SISI: “IL RUGBY È UNA LOTTA A VISO APERTO”

17/05/2023

Nascere il 5 febbraio significa essere un uomo libero, un acquario indipendente, padroneggiare un’intelligenza da rivoluzionario combattente, detestare le costruzioni, possedere grandi capacità di lavorare duro e in squadra. Il guerriero vede oltre, va avanti.

Se poi si tratta davvero di un gigantesco lottatore in carne e ossa e con un sorriso da attore hollywoodiano, allora è fatta. Le opportunità sono davanti a te. Sempre dritto davanti, verso un futuro radioso.

David Sisi, un colosso sfavillante, brillante, sprigiona energia e simpatia da tutti i pori. Un ragazzo disponibile, affabile, pronto a gettarsi nella mischia per amici e familiari. Uno solido, ma che non sta mai fermo. Non ci sono dubbi, la straripante potenza universale è forte in lui.

Ruolo? Seconda linea. Una funzione sconosciuta ai più. Un lavoro sporco, pesante, da addetti ai lavori. Un incarico che pochi capiscono, ma di cui molti beneficiano. In campo e fuori.
DAVID SISI: “IL RUGBY È UNA LOTTA A VISO APERTO”
David, se non avessi giocato a rugby quale sport ti sarebbe piaciuto praticare?

“Non lo so, io sono molto competitivo”.

Ci sono alcuni compagni di squadra mentre lo stiamo intervistando che ridacchiano, scherzano e suggeriscono: ping-pong, danza… Anche lui sorride, meglio così, poi prosegue.

“Forse avrei praticato la boxe, mi piace molto la fisicità contro gli avversari. Però in realtà non ci ho mai pensato… mi piace giocare a rugby”.
E se a rugby dovessi giocare in un altro ruolo, quale maglia ti piacerebbe indossare?

“Nessun dubbio, numero 10, apertura. Gestire la partita. Loro vedono tutto il gioco, hanno una visuale completa e si vede cosa fanno… Gli altri notano il loro lavoro e poi, quando calciano, tutto il pubblico è contento, esulta e si alza in piedi. E prendono poche botte…”

Sorride astuto e lucido. Vero. La seconda linea fatica, sgobba e nessuno lo vede. Gli altri invece là fuori in giro per il campo a farsi ammirare aspettando che invece lui faccia il suo sporco lavoro.

David Sisi indossa la maglia numero 4, è capitano delle Zebre di Parma e leader in Nazionale. Fai un ruolo di grandi sacrifici, sei ancora giovane, ma hai già una grande esperienza.

“Sì, ho girato un po’. Sono stato a: Bath Rugby 2 anni (ENG), London Irish 2 anni (ENG), London Scottish (ENG), Yorkshire Carnegie (ENG) …e poi qui. E poi tanti infortuni con tante cose che vanno bene e tante cose che vanno male”.

Infatti è uscito di recente da un antipatico infortunio tornando più forte e determinato di prima…

Cosa ti piace di più del rugby, in generale?

“Il contatto fisico. In campo il tuo avversario è un uomo come te e vuole combattere. È una guerra a viso aperto, c’è competizione. A me piace molto”.

Sei un combattente…

“Sì, forse certe volte sembra strano, ma è così…”

No, assolutamente, sei una seconda linea possente!

Sorride

“Praticare questo sport non è facile. Gioco da 13 anni e ogni anno è sempre più difficile, ma a me piace”.
DAVID SISI: “IL RUGBY È UNA LOTTA A VISO APERTO”
Com’è l’ambiente qui a Parma?

“Mi piace molto, sono fortunato.  Ogni mattina posso entrare in campo e incontrare i ragazzi. Siamo un gruppo di amici e questo è forse strano per chi non gioca a rugby, a me piace molto. Sono contento”.

Si vede, è entusiasta. Gli brillano gli occhi e saluta un sacco di gente che gli passa vicino. Conosce tutti.

Giochi in Nazionale e sei uno dei leader. Quale squadra vorresti battere?

Uh, sorride, tocca il mento, prende fiato e poi tira dritto.

“Con la maglia azzurra di certo mi piacerebbe battere l’Inghilterra, ma anche tutte le altre squadre forti, Australia, Sudafrica… Che abbiamo già sconfitto. E poi mi piacerebbe battere il Galles nel Sei Nazioni, sarebbe incredibile”.
Con le Zebre?

“Abbiamo vinto contro lo Stade Francais a Parigi. E poi comunque mi piacerebbe sconfiggere tutte le squadre forti. Magari quelle con grandi budget. Con grandi disponibilità economiche… quelle francesi. Con Tolone, ad esempio, ci siamo andati molto vicini qui in casa, ma anche con Bristol. Comunque noi vogliamo giocare e vincere contro i migliori. Siamo certi, quel momento arriverà”.

Il sogno della seconda linea?

Fischia, sorride e guarda lontano.

“Forse il mio sogno sarebbe quello di partire da gioco fermo, un (restart), magari da un calcio d’inizio del gioco, prendere la palla al volo, salire in alto, scendere a terra e poi via dritti. Da lì succeda quello che succeda, via diritto… 60 metri, ma sarebbe difficile. È un sogno…”

Nella realtà invece, in campo cosa ti piace fare di più?

“Mi piace molto quando segniamo una meta passando da una mischia organizzata. Saltare lassù in alto e palla in mano (drive) scendere e combattere. Si lotta e si sta a contatto con gli avversari, si lavora ai fianchi per alcuni secondi. Poi all’improvviso, un gruppo contro l’altro e poi dentro, via in meta”.

Sorride si immagina la scena. Un duro lavoro di fatica. La vita della seconda linea!

Sempre più su capitano

Intervista di Marino Poddesu a David Sisi pubblicata su National Daily Press