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GIAMPIETRO RIBALDI: "IO PUNTO AL MASSIMO! MI RICONOSCO NELLA MOTIVAZIONE DEI TANTI GIOVANI ALLE ZEBRE"

18/08/2022

Parma, 18 agosto 2022 – Giampietro Ribaldi è uno dei tanti nuovi giocatori che quest’anno hanno rinforzato il giovane gruppo delle Zebre. Rispetto a tanti esordienti, il tallonatore carpigiano ha già maturato un’apprezzabile esperienza nello United Rugby Championship, oltre che nel massimo campionato italiano.

Dopo essersi messo in mostra nelle ultime quattro stagioni col Rugby Viadana, segnando ben quindici mete con i gialloneri, il 25enne ha già collezionato 10 presenze ufficiali col XV del Nord Ovest, scendendo in campo con continuità e convinzione nel finire della passata stagione.

Come per Simone Gesi, il suo inserimento in gruppo è stato dunque anticipato e valorizzato nei mesi precedenti. Il n° 2 dell’Italia Emergenti è pronto a ritagliarsi sempre più minuti con la maglia della franchigia federale, cercando di confermarsi anche nel giro della Nazionale.
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Ciao Giampietro, come stai fisicamente e come sta procedendo il lavoro di questa pre-season? “È una pre-season molto dura, sicuramente, dal punto di vista fisico. Tanto volume, tanta intensità, però anche tanto rugby, quindi sta procedendo secondo me nei migliori dei modi. Io sto molto bene fisicamente, mi sono portato dietro qualche acciacco dai tour con la Nazionale ma mi sento molto confidente nelle mie potenzialità fisiche e sto lavorando al meglio”.
Come sta il gruppo e che sensazioni ci sono in squadra? “È un gruppo molto giovane che è stato rinnovato e c’è tanta voglia di fare e di mettersi in mostra. Tutti i giocatori sono molto motivati e questa secondo me è una cosa fondamentale. Ho sensazioni molto positive per questo gruppo".
Sei entrato in rosa quest’anno, ma hai già raccolto 10 presenze con le Zebre nelle ultime due stagioni. Come ti sei ambientato nel rugby internazionale dello United Rugby Championship? “Il mio esordio è stato d’impatto, perché è avvenuto nella Rainbow Cup a Murrayfield, uno stadio enorme. È stato sicuramente un debutto molto intenso dal punto di vista fisico e del ritmo, però dopo le prime due o tre partite sono riuscito un po' a capire le tempistiche e a prendere i timing giusti, iniziando a sentirmi bene in campo. Ovviamente la componente dell’entusiasmo e del divertimento si è amplificata”.
Cosa ti ha aiutato a prendere confidenza nei tuoi mezzi? “Sicuramente dopo le prime partite il supporto dei compagni mi ha aiutato tanto poiché sono stati severi, ma il giusto. Mi hanno sempre corretto nei piccoli errori e sono riuscito a prendere confidenza grazie a loro. In più ho cercato di ripercorrere mentalmente ogni volta ogni partita, i miei punti di forza e marcare su quelli, che possono essere la fisicità, il placcaggio o il lavoro sui punti di incontro”.
Sei nato a Carpi e sei cresciuto nelle giovanili dei Caimani, esordendo in prima squadra come terza linea. Quando è avvenuto il cambiamento di ruolo a tallonatore e come è stato questo nuovo adattamento? “Si sono nato a Carpi, ma quando ho cominciato al Rugby Carpi non c’erano ancora le giovanili, quindi sono andato ai Caimani del Secchia e da lì mi sono trasferito direttamente a Viadana. Il cambio a tallonatore non è stato da un momento all’altro: è stato un processo molto graduale che si è sviluppato nel tempo. Probabilmente anche questa mia voglia di essere fisicamente preponderante alla fine mi ha premiato nel convertirmi a tallonatore, poiché è un ruolo in cui serve un po' più peso rispetto a giocare in terza linea. Sicuramente anche l’altezza ha contribuito a questo mio cambio di ruolo. È stata una prova. Ho provato a cimentarmi in entrambi i ruoli sia nella cadetta con i Caimani in Serie B e sia nella prima squadra a Viadana. Alla fine, mi sono indirizzato naturalmente verso il ruolo di tallonatore”.
Come interpreti il tuo ruolo di tallonatore? C’è qualche giocatore cui ti rifai come modello? “Bisognerebbe sentire il parere dei tecnici. Io comunque mi ritengo un giocatore dinamico, nonostante giochi in prima linea. Ci sono tanti giocatori cui mi ispiro, uno su tutti Malcolm Marx, che è il tipico tallonatore moderno, molto dinamico, potente fisicamente, che lavora sui punti di incontro come portatore sempre dominante. Il mio modello è un tallonatore moderno, dinamico, come una terza linea aggiunta”.
Hai disputato quattro stagioni nel massimo campionato italiano col Rugby Viadana, segnando ben quindici mete e mettendoti in mostra come uno dei tallonatori più fisici del torneo. Che valore ha avuto nella tua crescita l’esperienza col Rugby Viadana e in cosa ti ha arricchito? “Sono molto contento di essere riuscito ad esprimermi in queste stagioni al Viadana. Sono innamorato di questo club, è la società dove sono cresciuto e che dall’under 18 mi ha portato piano piano a questo livello. Devo tanto al Viadana e a tutte le persone che lo compongono, continuerò a seguirlo il più possibile. Mi ha dato tanto perché è stato parte del mio sviluppo come uomo. Rugby a parte, sono cresciuto anche dal punto di vista personale, prendendo quello che di buono c’era in tante persone”.
Il 18 dicembre 2021 hai esordito con l’Italia Emergenti, segnando anche una meta al Lanfranchi nel successo 50-26 contro la Romania. Che ricordi hai di quella giornata così speciale e che emozioni hai provato nell’indossare la maglia della Nazionale per la prima volta? “Più che di quella giornata, ho tanti ricordi di tutta la settimana, perché sin dal primo giorno di ritiro ricordo che ero molto in ansia. Ho passato una settimana dura in cui c’erano tante aspettative per quella partita. Sono partito titolare, quindi sono riuscito a scaricare tutta l’adrenalina dal primo minuto. Ho dei ricordi bellissimi ovviamente, perché la partita è andata bene, perché sono riuscito a segnare e perché è stato veramente bel momento. Era tra l’altro la prima volta in cui mi approcciavo ad una nazionale, non avendo fatto le nazionali giovanili e quindi per me è stata un’emozione molto grande”.
Che obiettivi ti poni per quest’anno? “Parlando anche con i tecnici, siamo in quattro tallonatori, però penso che siamo tutti allo stesso livello: chi ha più esperienza, chi meno, chi ha qualche talento in più da una parte e chi dall’altra. Io punto sempre al massimo, quindi ad essere il primo tallonatore, poi si vedrà in base ovviamente a quello che è meglio per la squadra e per tutti. Sarà sicuramente un anno intenso però sento già da questa pre-season che questa sana competitività tra noi quattro, con giocatori anche di grande esperienza con Luca e Jacques, mi farà crescere molto”.
Come vivi questa nuova esperienza alle Zebre che, quest’anno più che mai, hanno radicalmente cambiato la squadra e intrapreso un progetto di valorizzazione dei tanti giovani talenti come te? “Sicuramente arrivare alle Zebre e giocare per questo club è sempre stato il mio obbiettivo da tanti anni. Arrivare all’obbiettivo che ti eri posto dopo tanto lavoro e tanti sacrifici è sicuramente una grande gioia e un grande motivo di orgoglio personale. Come detto, è una squadra molto giovane quindi io mi trovo benissimo in questo gruppo. Mi riconosco in tanti giocatori per la motivazione e la voglia di fare”.