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RATKO JELIC: “LA COMPRENSIONE DEL GIOCO E L’EFFICACIA IN TOUCHE SARANNO DETERMINANTI CONTRO CONNACHT”

15/02/2023

Parma, 15 febbraio 2023 – Se c’è un giocatore che con impegno e piccoli progressi quotidiani sta pian piano emergendo in un reparto dalla concorrenza agguerrita è Ratko Jelic.

Il giovane mediano di mischia, convocato in sette delle ultime otto partite delle Zebre, contende la maglia n° 9 con l’esperto Chris Cook, l’Azzurro Alessandro Fusco, il mediano dei Pumas Gonzalo Garcia e l’emergente Nicolò Casilio.

Il 22enne marchigiano, arrivato a Parma la scorsa estate dopo due stagioni nel massimo campionato italiano col Rugby Viadana, fa del ritmo e della rapidità i suoi punti di forza; doti che gli sono valse anche la convocazione con la Nazionale Italiana Seven, in campo nel giugno 2021 al Rugby Europe 7s Championship di Mosca.

Ratko, originario di Belgrado ma trasferitosi in Italia da giovanissimo insieme alla famiglia, è cresciuto nel Rugby Jesi ’70 e nel Fiorini Pesaro Rugby, prima di trasferirsi a Livorno nella franchigia del Granducato e affinare la sua formazione nell’Accademia Nazionale.

Il giovane n° 9 è intervenuto in settimana ai microfoni del sito web delle Zebre, presentando la sfida del Lanfranchi di sabato 18 febbraio contro gli Irlandesi del Connacht.
 
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Cosa ti ha aiutato ad ambientarti in squadra e a crescere di confidenza?
“Quello che mi ha aiutato più di ogni altra cosa è stato il fatto di conoscere parecchie persone che ora sono al club. Giocatori con cui ho condiviso il percorso accademico. Sicuramente la confidenza me l’hanno dato anche gli allenatori, ultimamente ho raccolto un po' di presenze e ho percepito fiducia in me dall’alto”.
Qual è la tua etica del lavoro? Come affronti la settimana e le sessioni di allenamento?
“La mia etica del lavoro è nella cura dei dettagli, nel miglioramento quotidiano delle piccole cose che però a lungo andare fanno la differenza e portano dei risultati importanti. A me piacere lavorare sul dettaglio, penso sia importante nel mio ruolo così come nella vita”.
Come vivi invece i giorni gara?
“Come tanti altri giocatori, mi piacere ascoltare la musica, ho la mia playlist preferita. Non ho riti particolare, mi piacere riguardare le cose che ho fatto in allenamento in settimana e pormi dei piccoli obiettivi”.
Parlaci del tuo percorso: quando e dove hai iniziato a giocare a rugby?
“Ho iniziato a giocare a rugby al Rugby Jesi ’70 quando avevo 6 anni e fino ai 14. Poi mi sono trasferito con la famiglia a Pesaro e lì ho fatto un paio di anni prima di intraprendere il percorso di formazione federale a Prato e poi a Remedello nell’Accademia Nazionale. Ho fatto due anni al Rugby Viadana e ora sono alle Zebre, al mio primo anno a Parma”.
Come sei riuscito a fare del tuo fisico un’arma per emergere invece che un limite e una difficoltà?
“Rispetto a compagni di squadra e avversari sono sempre stato più piccolo di stazza. Questa cosa però non mi ha mai ostacolato: placcavo alle gambe e trovavo i buchi in attacco. Ho saputo adattarmi in fretta e bene”.
Chi è stato importante nel tuo percorso di crescita e qual è l’insegnamento più prezioso che hai ricevuto da un tecnico?
“La percorsa più importante in questo aspetto è stato mio padre; è venuto in Italia per giocare a rugby e mi ha trasmesso questa grande passione. Sono su un campo da rugby soprattutto grazie a lui. E’ il mio primo allenatore, il mio primo amico che dà consigli, la prima persona con cui parlo dopo le partite. Anche quest’anno con David Williams sto imparando molte cose nuove. Ogni allenatore di offre un punto di vista diverso sul gioco e Dave mi sta aprendo gli occhi su come sta evolvendo il rugby. Lo stesso è stato negli ultimi due anni con German Fernandez a Viadana. German mi ha aiutato soprattutto a leggere meglio il gioco in generale e mi ha trasmesso l’importanza della cura dei dettagli”.
Che obiettivi ti poni per questa tua prima stagione alle Zebre?
“Il mio primo obiettivo è crescere, che dove essere l’obiettivo principale nella vita in ogni aspetto”.
Una bella concorrenza in un reparto con tanta profondità e qualità per la maglia n° 9. In cosa siete diversi tu, Chris, Alessandro, Nicolò e Gonzalo e quali pensi che siano i tuoi punti di forza?
“I miei punti di forza penso siano nel dare ritmo alla squadra e nella tenacia in difesa e nel placcaggio. Alle Zebre siamo tanti mediani di mischia, abbiamo caratteristiche fisiche e tecniche diverse, ma io non mi reputo inferiore”.
Sabato si torna a giocare con la sfida del Lanfranchi tra Zebre e Connacht. Quanto la pausa di due settimane ha fatto bene al gruppo?
“Sono state due settimane positive, siamo riusciti a preparare bene la partita e a studiare Connacht. Sappiamo che, come tutte le Irlandesi, è una squadra molto fisica che fonda il suo gioco sui primi otto uomini. Sono primi nelle statistiche di touche vinte e secondi in quella di touche rubate. Usano molto il piede lungo, hanno un sistema di gioco abbastanza diverso dal nostro, fondato sul dominio territoriale”.
Su quali aspetti avete lavorato in queste ultime due settimane?
“Ci siamo concentrati soprattutto nello studiare la loro strategia. Abbiamo visto che calciano molto lontano e dobbiamo essere bravi a reagire di conseguenza, contrattaccandoli. La comprensione della gestione del gioco sarà fondamentale”.
Che partita ti aspetti sabato e cosa sarà importante fare fin da subito per mettere sotto pressione gli Irlandesi?
“Sarà importante imporsi dal punto di vista fisico perché sappiamo che ci andranno sfidare principalmente nel pacchetto di mischia. Avere una buona touche ci permetterà di avere una fonte di possesso. Infine, sarà importante la comprensione collettiva del gioco e di come andare a giocare nel campo loro col nostro sistema d’attacco che in queste due settimane ha mostrato dei segnali promettenti”.